Iran, i cinque (validi) motivi per visitarlo
Con Viaggigiovani.it alla scoperta dell’Antica Persia
L’Iran apre (sempre più) le sue porte a tutti i viaggiatori del mondo. Come riportato dal World Travel and Tourism Council [PDF], si attesta che l’Iran abbia ospitato 3.167.000 di turisti internazionali nel 2015, dato che lieviterà: infatti si parla di 4.740.000 di viaggiatori entro il 2025.
In effetti questo trend positivo, lo sta constatando anche Viaggigiovani.it: nell’arco di 9 mesi, dal non organizzare viaggi per l’Iran, è stato proposto un tour a Capodanno (che ha avuto un gran successo), e l’altro tour è in programmazione per il prossimo 2 agosto. Ma come mai l’Iran sarà sempre più richiesto? I motivi principali sono due: l’apertura verso mercati occidentali e orientali (Cina in primis) del nuovo Governo in carica e l’instabilità di altri territori del Medio Oriente, come Turchia e Siria. E quali sono i 5 motivi per cui una visita in Iran è assolutamente da mettere in agenda? Vediamoli insieme.
1. Nella capitale Teheran, metropoli contemporanea, si trova l’antico Palazzo del Golestan, la residenza storica della dinastia reale Qajar, e ora Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Si tratta del più antico monumento della città, parte di un complesso di edifici un tempo racchiusi dalle mura della storica cittadella. Situato nel cuore della città vecchia, presenta un’architettura a dir poco spettacolare. Il decoro sulle sue mura ha dato origine all’altro nome con il quale è conosciuto: Palazzo dei Fiori, ed è stato costruito sotto il regno di Tahmasb I, tra il 1524 ed il 1576. Fu successivamente rinnovato e rivisitato da Karim Khan, capo della tribù Zand, a metà del 1700. Dopo che il violento Agha Khan Mohammad Qajar, nel 1778, scelse Teheran come capitale del suo regno, Palazzo Golestan divenne la residenza ufficiale della famiglia reale. Nel secolo scorso, durante l’era Pahlavi, il palazzo venne utilizzato per i ricevimenti formali della famiglia reale. Per questo è conosciuto anche come la Versailles Iraniana.
2. Esfahan, l’antica capitale iraniana, custodisce una autentica meraviglia: la piazza dell’Imam, dove si trovano i principali monumenti. E’ tra le più belle e importanti non solo dell’Iran, ma di tutto il Medio Oriente per le sue dimensioni, oltre 8 ettari in totale: pari a due volte la Piazza Rossa di Mosca. E qui si affaccia anche la moschea più imponente dell’Iran, la Moschea dell’Imam: un capolavoro di arte islamica che si compone di minareti, cupole e portali intarsiati fino all’ultimo centimetro cubo di piastrelle colorate, mosaici, marmi e altre pietre.
3. Sempre ad Esfahan si trova una vera perla, imperdibile per gli appassionati di musica. Nel quartiere armeno, a pochi passi dalla Chiesa di San Giuseppe di Arimatea, c’è il primo museo privato dedicato alla musica iraniana. Qui sono esposti i tipici strumenti popolari e nazionali, tra cui vere rarità da collezionisti. La visita è guidata permette di fare un viaggio storico attraverso la musica e i suoi strumenti, e al termine si ha la possibilità di ascoltare dal vivo la musica Iraniana.
4. Il centro storico di Yazd, conosciuta come la città di Zarathustra, è una vera sorpresa. Le sue piccole stradine che si intrecciano sono silenziose e affascinanti, e tutti gli edifici sono costruite con mattoni crudi di fango. Un’atmosfera a dir poco incredibile, che ricorda i nostri antichi borgh, con il pregio che qui è tutto ordinato e pulitissimo.
5. Ma il principale motivo per visitare l’Iran è rappresentato da Persepoli. Facendo base a Shiraz si può partire per visitare le rovine di Persepoli, l’incredibile capitale dell’Antica Persia, scelta da Dario il Grande già nel 512 a.C. quale sua dimora eletta. Di Persepoli si parla poco in realtà nei testi antichi, quasi sorge il dubbio che la sua esistenza venisse tenuta nascosta il più possibile per preservarla da attacchi e saccheggi; la modernità l’ha conosciuta, invece, solo nel secolo scorso, negli anni ’30, quando scavi accurati voluti dall’Istituto Orientale dell’Università di Chicago, l’hanno riportata alla luce dopo secoli di polvere e dimenticanza
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